Questa casa rurale è stata ricostruita dopo il disastroso terremoto del 1976, rispettando le linee tradizionali delle corti friulane. Il terremoto non ha impedito alla famiglia Fabbro, presente in questo luogo dal XIX secolo, di viverlo in continuità con le tradizioni; non le ha disconosciute, ma ha proseguito dignitosamente l’attività agricola e le antiche abilità da falegnami degli avi.
La “cjase di Gjelmo da Gea” respira le fatiche di Luciana e Rino, miracolosamente scampati al sisma; il pozzo settecentesco – fonte d’acqua comune – custodisce il vociare dei numerosi bambini che abitavano questi spazi, ridotto e poi spento dall’emigrazione.
Questi spazi, carichi di libri ed oggetti dei mestieri di famiglia, li vogliamo condividere non con turisti, ma con viaggiatori, perchè “viaggio” e “libro” hanno la stessa natura.
“Il mondo è un libro, e chi non viaggia conosce solo una pagina” (Sant’ Agostino)